Domenica 22 novembre – Solennità di Cristo Re dell’universo I Riti di conclusione

Pubblicato giorno 21 novembre 2020 - Attività

Dopo avere visto nelle domeniche scorse i Riti di Introduzione, la Liturgia della Parola e la Liturgia eucaristica – con le sue tre parti: la Presentazione dei doni, la Preghiera eucaristica e i Riti di comunione – vediamo oggi insieme i Riti di Conclusione e riassumiamo tutte le novità della nuova traduzione italiana del Messale, che inizieremo ad usare da domenica prossima, I domenica di Avvento, in tutte le chiese della Toscana ed in molte altre regioni.

8 Indicazioni formative 22 novembre – RITI DI CONCLUSIONE

Vediamo ora di riassumere cosa cambierà concretamente per i fedeli con la nuova traduzione del Messale.

1) Nell’Atto penitenziale, quando useremo la formula del Confesso a Dio onnipotente… dovremo citare espressamente “fratelli e sorelle”, sia nella parte iniziale, sia in quella finale.

2) Se invece nell’Atto penitenziale useremo la formula del Signore pietà, Cristo pietà, Signore pietà, sentiremo come più spesso ci verrà proposta in greco (Kyrie eléison, Christe eléison, Kyrie eléison) perché più densa e più ricca di significato: esprime contemporaneamente il senso delle parole “Signore amami teneramente, accoglimi nella tua misericordia, perdonami con il tuo amore…”.

3) Nel cantare o recitare il Gloria useremo il testo “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini, amati dal Signore…” più vicino alla nuova traduzione della Bibbia fatta nel 2008.

4) Durante il momento della Preparazione dei doni, all’invito del presbitero: “Pregate fratelli e sorelle perché…” ci alzeremo subito in piedi, nella posizione di chi è pronto alla preghiera e all’incontro con Dio.

5) Nel cantare o recitare il Padre nostro useremo due modifiche, anche stavolta per riprendere il testo della traduzione della Bibbia del 2008. Diremo: “…rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione…”.

6) Inoltre, nel caso si adottasse un segno che accompagna la preghiera del Padre nostro, la nuova traduzione del Messale ci chiede di allargare le braccia alzandole al cielo, allo stesso modo del celebrante, in modo da sottolineare la nostra invocazione al Padre in vista della Comunione che stiamo per ricevere.

Sentiremo anche altre modifiche nei testi di preghiera, soprattutto nelle preghiere eucaristiche e nell’Agnello di Dio, ma queste riguardano più noi celebranti, ogni altro intervento dei fedeli è rimasto invariato.

Ci auguriamo che questa nuova traduzione del Messale sia per tutti noi un’occasione preziosa per riscoprire l’importanza e la bellezza del celebrare insieme il mistero pasquale del Signore e ci aiuti a partecipare con maggiore consapevolezza ad ogni celebrazione eucaristica.